Queste pagine (SEU, 2005) contribuiscono a colmare il divario tra le conoscenze teoriche, presenti nella cospicua produzione degli studi sulle donne, e le competenze professionali richieste al crescente numero di giovani che, interessati ai settori dell’assistenza umanitaria e della cooperazione internazionale, sono alla ricerca di una formazione che sia insieme qualificata e concretamente spendibile sul terreno. Le esperienze recenti e il crescente dibattito sull’impatto delle diverse strategia impiegabili in aree di crisi e sui risultati che queste producono, impongono oggi di valutare con grande cautela la possibilità di considerare le donne come particolare categoria di beneficiari (con proprie specifici bisogni e necessità) e al contempo come potenziali promotrici di pace o come soggetti di cui favorire l’acquisizione di potere e di responsabilità (empowerment).
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