Dopo molti mesi dall’approvazione della Finanziaria 2014 è finalmente stato pubblicato il Decreto (testo e comunicato stampa) che, accogliendo un emendamento dell’on. Marcon, istituisce in via sperimentale all’interno del Servizio Civile Nazionale un progetto preliminare Corpi Civili di Pace.
La Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, il Tavolo Interventi Civili di Pace e la Rete Italiana Disarmo ritengono che tale sperimentazione sia necessaria per valorizzare in modo più mirato l’esperienza già in parte realizzata con i progetti di Servizio Civile in Italia e all’estero per la costruzione della Pace in aree di conflitto.
Si tratta di un passo fondamentale per l’implementazione di un sistema di difesa civile non armata e nonviolenta, funzione che già spetta, in nuce, al Servizio Civile Nazionale. Questa sperimentazione può essere rampa di lancio di interventi più ampi per la prevenzione e trasformazione nonviolenta dei conflitti, che riguardino non solamente i giovani del Servizio Civile Nazionale ma si colleghino anche alle esperienze della cooperazione internazionale, del Corpo Europeo di Intervento Umanitario, fino a portare ad una eventuale legislazione autonoma sul tema, sia in ambito Italiano che Europeo.
Con l’avvio della sperimentazione Corpi Civili di Pace l’Italia potrà essere protagonista e punto di riferimento in Europa di scelte innovative.
CNESC, Tavolo ICP e Rete Disarmo sono pronti a fare la propria parte in questo cammino, consapevoli che i Corpi Civili di Pace vedranno un ruolo centrale dell’associazionismo e della società civile, pur ricevendo sostegno e riconoscimento istituzionale. Chiedono al Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, certi di trovare piena disponibilità, di rendere rapide tutte le procedure amministrative per poter passare alla fase operativa, e poter svolgere comunque la sperimentazione in un arco di tre anni. Numerose sono già le proposte emerse tra gli Enti interessati, sia sulle aree territoriali in cui realizzare la sperimentazione sia sulle tipologie di conflitto su cui intervenire.
“Noi pensiamo che questa sperimentazione sia quanto mai attuale considerando lo scenario di violenza, intolleranza e di guerra che sempre più attraversa interi paesi ed aree della nostra terra – afferma Licio Palazzini, Presidente della CNESC. Tutte situazioni critiche che non si possono più risolvere con l’uso delle armi e della forza, ma che necessitano dell’approccio della nonviolenza, di strumenti di prevenzione, di interposizione, di ricostruzione, di educazione e formazione”.
Martina Pignatti Morano, referente per il Tavolo Interventi Civili di Pace, ricorda che “associazioni e volontari italiani già svolgono da decenni interventi di peacebuilding in aree di conflitto, con pochi mezzi ma producendo risultati importanti: dai Balcani alla Palestina, dal Congo all’Iraq. Finalmente anche le istituzioni sono giunte a riconoscere la dignità e importanza strategica di questo tipo di azione, e sanciscono che la pace vada costruita partendo dal punto di vista della società civile e della popolazione in zona di conflitto, non dalle prerogative di militari e gruppi di potere”.
“E’ importante per noi che finalmente si sia giunti alla realizzazione di un pezzo fondamentale della Difesa civile non armata e nonviolenta – commenta Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – che noi vogliamo realizzare nella pratica e in maniera sistemica. La nostra attenzione a questo percorso sarà quindi incentrata sulle lezioni che si potranno trarre per una politica più ampia di difesa civile, la stessa che chiediamo con la proposta di Legge di Iniziativa Popolare ‘Un’altra Difesa è possibile’, le cui firme verranno consegnate alla Camera proprio domani.”
Info: Comunicato spampa delle Reti del Servizio Civile e del Disarmo