Anche il CSDC ha seguito da vicino il recente referendum in Colombia, quando cittadine e cittadini colombiani sono stati chiamati ad esprimersi in merito agli accordi di pace tra governo e Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC).
Sara Ballardini, membro del Direttivo del CSDC, ha potuto osservare come parte della MOE (Misión de Observación Electoral) il regolare svolgimento delle votazioni per i colombiani residenti nel nord Italia.
Complessivamente, il NO agli accordi ha raggiunto la maggioranza per poco più di cinquantamila voti, ottenendo il 50,2% dei voti validi. Fra i tanti dati emblematici, i più osservati sono stati l’alto indice di astensionismo (quasi il 63% non ha votato) e i risultati del voto su scala regionale e municipale. Saltano subito all’occhio risultati come quello di Bojayá, luogo tristemente famoso per il massacro del 2002, dove il SI ha raggiunto il 96%: per questo, e per i risultati in tanti altri municipi dove la guerra ha mietuto molte vittime, alcune testate hanno titolato “le vittime votano SI all’accordo”.
Evidenziando questa situazione e la diversità, organizzazioni di donne facenti parte della subcommissione di genere a l’Avana hanno riconosciuto con rammarico l’esito del voto e hanno voluto dare nuovamente voce alle tante donne vittime e attiviste, in particolare alle tante che parlano con convinzione di perdono e della creazione di possibili alternative. Ci ricordano oggi l’importante ruolo che hanno avuto (e che continueranno ad avere) le donne nel proporre contenuti per un cammino reale verso la pace. Esperienze come la Commissione di Verità e Memoria delle Donne Colombiane (della Ruta Pacifica de Mujeres) ci dimostrano che è possibile rompere il silenzio a cui le donne sono stato relegate, nel momento in cui loro stesse sono protagoniste, a partire dall’esperienza di violenza subita e dalle proprie istanza di cambiamento.
Per maggiori informazioni:
> www.moe.org.co
> www.humanas.org.co
> www.rutapacifica.org.co