A distanza di quattro mesi dall’adozione del Trattato Internazionale per la Proibizione delle Armi Nucleari e a poco più di un mese dall’annuncio dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2017 alla Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), si è tenuto in Vaticano un simposio internazionale dal titolo “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per il disarmo integrale“.
L’evento, organizzato dal Dicastero della Santa Sede per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, si è svolto nelle giornate del 10 e 11 novembre 2017 ed ha riunito circa 350 delegati, tra diplomatici, leader e rappresentanti religiosi, accademici, politici attivisti, ricercatori e studenti. Tra questi spiccano 11 vincitori del Premio Nobel per la Pace, tra cui Beatriche Finh, Direttrice Esecutiva della Campagna ICAN, che il 10 dicembre ritirerà ad Oslo il premo per l’edizione dell’anno in corso.
Il CSDC è stato rappresentato da Claudia Rosano, membro del Gruppo “Giovani, Pace e Sicurezza” del CSDC. Erano inoltre presenti altri membri della Rete Italiana “Giovani, Pace e Sicurezza” promossa dal Centro Studi (Renato Cursi, Daniele Taurino, Mohamed Ambrosini).
Nella sessione mattutina del 10 novembre, sono intervenuti il Segretario di Stato della Santa Sede, Card. Piero Parolin, il Dr. Francois Bugnion del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Muhammad Yunus Fondatore della Grameen Bank e vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2006, e infine Izumi Nakamitsu Alto Rappresentante dell’ONU per il Disarmo. I loro interventi hanno messo in luce lo stretto legame tra pace e sicurezza da un lato e sviluppo umano dall’altro.
Al termine della mattinata, Papa Francesco ha ricevuto i delegati, rivolgendo un messaggio di condanna sia dell’uso sia del possesso delle armi nucleari, e salutando uno per uno i partecipanti al Simposio.
Nella sessione pomeridiana, sono intervenuti Mohamed El Baradei, Direttore Generale emerito dell’IAEA e vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2005, e Rose Gottemoeller Vice Segretario Generale della NATO. Hanno poi preso la parola altri 3 vincitori del Premio Nobel per la Pace: Jody Williams (vincitrice del Premio nel 1997 per il suo impegno per la messa al bando delle mini anti-uomo), Beatrice Finh (vincitrice iridata) e Adolfo Pérez Esquivel (vincitore del Premio nel 1980 per le sue denunce contro gli abusi della dittatura militare argentina).
La giornata si è chiusa con la toccante testimonianza della Ministra per la Difesa della Repubblica Centrafricana, che ha parlato di disarmo e riconciliazione, portando l’esperienza recente di quanto vissuto nel suo paese.
Nella giornata di sabato 11 novembre il Simposio ha lasciato più spazio al dibattito tra partecipanti e relatori. Al mattino sono intervenuti, tra gli altri, Mons. McElroy, vescovo cattolico di San Diego, impegnato ad animare il dibattito sul disarmo nucleare negli Stati Uniti, e Susi Snyder, Programme Manager per il Disarmo Nucleare nell’organizzazione PAX, anch’essa partner della campagna ICAN.
Nel pomeriggio sono state ascoltate voci dal Medio Oriente, dalla Russia e dall’Europa, come Mairead Corrigan-Maguire, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 1976 per il suo impegno per la pace in Irlanda del Nord. Dal Giappone provenivano invece Hiromasa Ikeda, Vice Presidente della Soka Gakkai International, e Masako Wada, “hibakusha” sopravvissuta al bombardamento atomico di Nagasaki. La sua commovente testimonianza è terminata con una standing ovation di tutti i partecipanti.
Gli interventi e i commenti finali hanno toccato vari temi, tra cui spiccano la preoccupazione e il desiderio di intraprendere azioni concrete per evitare l’escalation della situazione attuale nella penisola coreana e il pericolo di un olocausto atomico. Al termine dei lavori il Card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero della Santa Sede che ha organizzato l’evento, ha concluso il Simposio invitando i presenti ad un continuo impegno basato sul dialogo e l’azione concreta in favore del disarmo nucleare e integrale.