Per il dodicesimo anno consecutivo, l’Institute for Economics and Peace (IEP) ha pubblicato l’Indice Globale della Pace (il Global Peace Index, GPI), la fonte più accreditata per conoscere i livelli di conflittualità nelle varie aree del mondo.
Gli Stati costantemente sottoposti a un rigoroso lavoro di ricerca e raccolta di dati quantitativi e qualitativi sono 163, pari al 99,7% della popolazione mondiale. Mediante l’impiego di ben 23 indicatori di natura sociale, politica, economica (tra cui le spese militari, i contributi forniti alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, la capacità distruttiva derivante dall’armamento nucleare), si misurano: il livello di sicurezza sociale, l’estensione dei conflitti nazionali e internazionali in corso, il grado di militarizzazione all’interno di ciascun Paese e nel mondo. Queste valutazioni, che consentono di fornire una panoramica a più livelli: nazionale, regionale e globale, hanno prodotto i seguenti risultati:
- L’Islanda è il Paese più pacifico al mondo, primato che detiene da dieci anni.
- All’altra estremità della classifica, invece, per il quinto anno consecutivo, si trova la Siria, preceduta da Afghanistan, Sud Sudan, Iraq e Somalia.
- L’Italia si posiziona al 38° posto.
- Allargando lo sguardo, il rapporto ribadisce che l’Europa è la regione più pacifica al mondo ma, al contempo e per il terzo anno consecutivo, presenta dei valori inferiori a quelli che era solita avere, complici gli intensi conflitti interni ad alcuni Stati europei e le non buone relazioni con taluni Paesi limitrofi.
La notizia più triste è che lo “stato di pacificità” nel mondo registrato nel 2018 appare essere il più basso dell’ultimo decennio, una decrescita che prosegue da quattro anni e che parla di un mondo lacerato da tensioni, conflitti e crisi che, persistendo oramai da anni specialmente nell’area Medio-orientale, rendono la Pace e la Sicurezza obiettivi lontani e difficili da raggiungere.
Tra i fattori che, più di tutti, contribuiscono alla difficile affermazione di una Pace duratura e sostenibile, figurano il terrorismo e i conflitti interni. Tuttavia, a fronte del deterioramento registrato, rimangono la speranza e il buon esempio di miglioramento dato da 71 Paesi, tra cui Gambia, Liberia, Iraq, Burundi, Senegal.
Per una lettura integrale del rapporto: http://visionofhumanity.org/indexes/global-peace-index/