Progetto “Donne, Diritti Umani e Processi di Pace” – 4° incontro/dibattito pubblico “La dimensione femminile dell’accoglienza”

Verona, 25 Febbraio 2019

L’incontro/dibattito pubblico “La dimensione femminile dell’accoglienza” (locandina) è organizzato nell’ambito del Progetto “Donne, Diritti Umani e Processi di Pace” promosso dal Centro d’Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università degli Studi di Padova e dal CSDC con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale.

Luisa Del Turco, Direttrice del CSDC ha introdotto l’incontro illustrando i principali obiettivi e pilastri della Risoluzione 1325(2000) e del Piano d’Azione Nazionale italiano.

Mao Valpiana del Movimento Nonviolento è intervenuto enfatizzando il ruolo delle donne come agenti di cambiamento, ricordando che ci sono sempre (stati) movimenti e gruppi di donne impegnate per la promozione della pace: l’adozione, nel 2000, della Risoluzione 1325, è, di fatto, il riconoscimento formale di tale ruolo, che ha elevato a questione istituzionale la necessità di garantire il coinvolgimento attivo delle donne nelle sedi decisionali, comprese quelle politiche.

Jessica Cugini, giornalista, di Fondazione Nigrizia – associazione che, insieme al Movimento Nonviolento, ha collaborato all’organizzazione dell’incontro – ha poi introdotto le testimonianze di donne e operatrici e moderato il dibattito. Tra i principali temi: l’importanza del linguaggio e della terminologia quali veicoli di comunicazione gender sensitive e nonviolenta, e la condizione di massima vulnerabilità di cui sono vittime le donne migranti lungo il viaggio che le conduce in Italia, dove, a mantenere alto il livello di suddetta vulnerabilità e insufficiente sicurezza, è la mancanza di protocolli di genere nella gestione dell’accoglienza (e.g. nei CAS).

Dopo gli interventi di Amelan Jocelyne Ayemin (operatrice ed educatrice ivoriana presso un centro di accoglienza per donne straniere con figli), di Maria Antonietta Bergamasco (di Le Fate onlus e D-HUB Atelier di Riuso Creativo) e di Kalinka Georgieva (di Nashenzi, associazione per la Cultura Bulgara) e il dibattito che ne è seguito, la serata si è conclusa con danze e cibi tradizionali offerti dalle partecipanti all’iniziativa, che hanno voluto far fare esperienza concreta di accoglienza a tutti/e i/le presenti.

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