“Nuovi orizzonti per il peacekeeping. L’esperienza di Nonviolent Peaceforce” di Luisa Del Turco

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Nuovi orizzonti per il peacekeeping
L’esperienza di Nonviolent Peaceforce

di Luisa Del Turco
con contributi di Graziano Tullio

Roma, Marzo 2013

La pubblicazione è stata ideata come materiale di supporto per la realizzazione di interventi formativi e informativi. Al suo interno vengono discussi gli sviluppi pratici e teorici del peacekeeping e viene analizzata l’esperienza sul campo di Nonviolent Peaceforce.


INTRODUZIONE
Il termine peacekeeping è abitualmente associato all’immagine di personale militare dispiegato in zone di conflitto. Dopo aver attraversato diverse fasi di sviluppo e riforma, il peacekeeping – risorsa cruciale per lo sviluppo dei processi di pace – rischia ora di apparire uno strumento dai confini incerti e spesso controversi a causa della tendenza alla militarizzazione e all’uso della forza da parte degli attori internazionali che intervengono nella gestione delle fasi di conflitto aperto.

Nonviolent Peaceforce nasce in questo contesto, restituendo al peacekeeping la sua ispirazione originaria di “soft power”, di strumento capace di aprire lo spazio al dialogo lasciando tacere le armi.
A fronte di costi sempre più elevati in termini di vite umane ed economici, e ad evidenti limiti di efficacia e sostenibilità delle recenti esperienze di intervento internazionale, l’esperienza della prima organizzazione di livello globale di peacekeeping civile disarmato rappresenta una novità importante capace di riaprire il dibattito sulle modalità di intervento nei conflitti in maniera propositiva e concreta.

La  crisi del peacekeeping tradizionalmente inteso sta permettendo di esplorare nuove prospettive
E sta aprendo ala collaborazione con le organizzazioni della società civile, considerate ora più che mai  elemento indispensabile per la costruzione della fiducia e l’accesso alle popolazioni locali negli attuali scenari.
Attualmente, pertanto, non solo i singoli Stati e le maggiori Organizzazioni internazionali sono sempre più orientate verso un approccio integrato e condiviso (“comprehensive approach” vedi UE, NATO, OSCE), ma le stesse Nazioni Unite profilano oggi per il peacekeeping un “nuovo orizzonte” aperto alla condivisione e alle partnership.

CONTENUTO
https://www.pacedifesa.org/public/immagini/nuovi%20orizzonti%20img%202.jpgQuesto lavoro si propone come strumento a sostegno del dialogo e confronto a più voci su questi temi di grande rilievo e attualità.
L’esperienza di NP viene presentata in un’ottica comparata, attraverso il raffronto con altre  organizzazioni internazionali impegnate nella promozione della pace e della sicurezza.
Alle principali componenti (militari, civili  e ausiliarie di governi, organizzazioni della società civile) verrà dedicato uno spazio introduttivo, prima di illustrare con maggiore approfondimento i caratteri specifici di NP: storia ed evoluzione, struttura e organizzazione interna,  principi e modalità di intervento, progetti sul campo e attività di advocacy.
Lo scopo è di mettere in risalto il valore specifico e innovativo di Nonviolent Peaceforce e specificare la  sua collocazione in un contesto complesso caratterizzato dalla presenza di una pluralità di attori con mandati e principi diversi,  ma con attività spesso tra loro simili se non coincidenti (es. distribuzione di aiuti umanitari, protezione dei civili).

Gli argomenti vengono esposti in maniera semplice e sintetica, attraverso l’uso di schemi e tabelle, in virtù del fatto che il testo è concepito non come trattazione esauriente  e onnicomprensiva della materia,  ma come supporto pratico ai più dettagliati interventi formativi ed informativi condotti dal personale del CSDC.

OBIETTIVI SPECIFICI
1) Far conoscere alla pubblica opinione la presenza di esperienze di pecekeeping civile disarmato.
2) Sensibilizzare al sostegno e alla partecipazione a progetti che non si limitano a portare aiuti di emergenza, ma che lavorano sulle cause dei conflitti in maniera sostenibile favorendo la gestione autonoma delle dinamiche di conflitto da parte di chi ne è direttamente coinvolto.
3) Contribuire a sviluppare tra operatori del settore una maggiore consapevolezza delle differenze  degli approcci e nei principi  alla base dell’operato di  humanitarian e peace workers,  nonché la specificità della loro identità professionale, ampliandone così competenze tecniche  e  capacità operative (con conseguente arricchimento del valore dell’ azione sul campo)
4) Contribuire ad una maggiore chiarezza nella comunicazione e nel dibattito politico in merito alle principali questioni e aspetti riguardanti il peacekeeping e gli interventi in aree di conflitto
5)  Promuovere il dialogo con le istituzioni preposte alla elaborazione delle politiche in materia di pace e sicurezza
6) favorire un maggiore coinvolgimento delle ONG italiane nell’azione di advocacy per lo sviluppo degli interventi civili di pace in area di conflitto


INDICE

Introduzione

Il contesto
1. Teoria del conflitto e conflict resolution
2. Quadro normativo di riferimento: la guerra vista da Ginevra e vista da New York
3. Livello di intervento delle parti esterne e coinvolgimento delle parti / popolazioni locali

Il Peacekeeping
4. Nascita del peacekeeping militare e sua evoluzione
5. Origini ed esperienze di peacekeeping civile
6. NP e l’opzione civile nonviolenta: il valore di una scelta

Nonviolent Peaceforce
7. Profilo di NP: caratteri, obiettivi, principi
8. Analogie differenze e con altri attori di pace e umanitari
9. Progetti di NP sul campo: 2 casi di studio
10. Advocacy e riconoscimento istituzionale

Intervista ad un operatore NP (Maurizio Geri)


A CHI SI RIVOLGE
Università, organizzazioni della società civile, enti di ricerca, operatori ed esperti in cooperazione internazionale in aree di conflitto, policy officers e decision makers.

Se interessati a co-organizzare un seminario di presentazione e discussione della pubblicazione o se interessati a realizzare un intervento formativo, scrivete a: roma@pacedifesa.org

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