2023 Global Peace Index – Institute for Economics and Peace

Giugno 2023

È stata pubblicata la 17ª edizione del Global Peace Index, il principale strumento di misurazione dei livelli di Pace e conflittualità nelle varie parti del mondo.

Il Rapporto, pubblicato annualmente dall’Institute for Economics and Peace, presenta la più completa analisi quantitativa e qualitativa sulle tendenze e sul valore economico della Pace e su come sviluppare società pacifiche.

Oltre a presentare i risultati del GPI 2023, il Rapporto include l’analisi dei conflitti in corso e di quelli potenziali, inclusa l’analisi del probabile impatto economico sull’economia globale di un embargo contro Taiwan da parte della Cina.

I risultati hanno rilevato che il livello medio di pacificazione nel mondo è peggiorato dello 0,42%. È il tredicesimo peggioramento del livello di pace negli ultimi quindici anni (2008).

L’Islanda rimane il Paese più pacifico al mondo, posizione che detiene dal 2008. Seguono Danimarca, Irlanda, Nuova Zelanda e Austria. L’Afghanistan è il Paese meno pacifico al mondo per l’ottavo anno consecutivo, seguito da Yemen, Siria, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo.

La guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul livello di Pace nel mondo, con l’Ucraina e la Russia che hanno registrato rispettivamente il più grande e il quinto peggioramento dell’Indice. Haiti, Mali e Israele sono stati gli altri Paesi con i peggioramenti maggiori. La Libia ha registrato il maggiore miglioramento dell’Indice per il secondo anno consecutivo.

L’Europa è la regione più pacifica del mondo e ospita sette dei dieci paesi più pacifici. La regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) si conferma la regione meno pacifica del mondo, ospitando quattro dei dieci Paesi meno pacifici, ma è stata anche la regione che ha registrato il maggior miglioramento dell’Indice.

Il livello assoluto di spesa militare è aumentato, con i maggiori incrementi in Cina, Stati Uniti e India dove la spesa totale è aumentata rispettivamente di $180 miliardi, $70 miliardi e $40 miliardi dal 2008.

Il Rapporto analizza anche l’impatto economico di un ipotetico embargo di Taiwan da parte della Cina: l’impatto sarebbe doppio rispetto a quello provocato dalla crisi finanziaria globale, con un calo del PIL mondiale del 2,8% in un anno. L’economia cinese si ridurrebbe di circa il 7%, mentre l’economia di Taiwan si ridurrebbe di quasi il 40% per cento; e gli effetti su tutte le industrie che si basano sull’elettronica complessa (Taiwan produce oltre il 90% dei semiconduttori del mondo) sarebbero significativi.

La necessità di un’articolata risposta alla costruzione della pace è urgente. I conflitti si stanno intensificando in diverse regioni, con il livello di mortalità legato ai conflitti in rapido aumento. Il divario tra paesi più e meno pacifici continua a crescere. Nonostante il miglioramento nel settore Militarisation negli ultimi quindici anni, la proliferazione di tecnologie militari avanzate più economiche, la crescente competizione geopolitica e una tendenza di fondo all’instabilità politica in molti Paesi rendono probabile un continuo deterioramento della Pace globale.

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